Ci sono romanzi che non si accontentano di raccontare una storia: vogliono anche fartela vedere. Te la mostrano per frammenti, dialoghi taglienti, atmosfere che sembrano avere una luce propria. Libri che sembrano scritti per il piccolo schermo, ma che resistono alla semplificazione. Perché il loro segreto non è nell’azione: è nel modo in cui si muove il tempo. Nelle relazioni che si complicano. Nel modo in cui ti trattengono, capitolo dopo capitolo, come un episodio che “ancora uno e poi basta”.
Dieci titoli, dieci mondi che potrebbero diventare serie TV memorabili. Almeno secondo me. Alcuni forse sono già in lavorazione e la notizia non è entrata nella mia bolla, altri magari sono solo in attesa del produttore giusto e del volto noto che gli faccia spiccare il volo. E se anche rimanessero solo romanzi… va bene così. Perché a volte un libro basta e avanza.
I Have Some Questions for You – Rebecca Makkai
Non ancora disponibile in Italiano.
C’è qualcosa di ipnotico nei campus americani immersi nella neve: tutto sembra ovattato, sospeso, eppure sotto la superficie si muove sempre qualcosa. In questo romanzo, una podcaster esperta di true crime torna nella scuola dove ha studiato per tenere un corso. Ma più che insegnare, comincia a ricordare. E a farsi domande: su un vecchio omicidio mai davvero chiarito, sul ragazzo condannato all’epoca, e su quanto sia facile manipolare i ricordi quando le storie devono funzionare.
Rebecca Makkai costruisce una struttura stratificata, con salti temporali e incastri narrativi, ma sempre con uno sguardo lucido. È un thriller anomalo: non cerca l’effetto shock, ma ti accompagna nel dubbio, nel grigio, nell’ambiguità. Sarebbe una serie potente: silenziosa, dialogica, visivamente cupa. Perfetta per chi ama scavare nelle crepe più che nelle prove.
Piccola nota dolente: in certi punti il romanzo è risultato per me troppo lento, mentre in altri (soprattutto il finale) un po’ affrettato.
➤ Una podcaster torna nel collegio dove è cresciuta e si ritrova a indagare su un omicidio avvenuto vent’anni prima, riaprendo ferite, domande e contraddizioni mai risolte.
The Club – Ellery Lloyd
Non ancora disponibile in Italiano.
Un resort esclusivo su un’isola privata, accessibile solo alle celebrità più in vista del momento. Un fine settimana di lusso, eccessi, apparente perfezione. Ma tra gli ospiti si nasconde più di un segreto, e le apparenze cominciano presto a sgretolarsi. Qualcuno mente. Qualcuno ha paura. E qualcuno non uscirà vivo da lì.
Diciamolo subito: il libro non è un capolavoro. La scrittura è media, i colpi di scena un po’ prevedibili, ma resta una lettura godibile e perfetta per spezzare tra un romanzo più impegnativo e l’altro. Anche perché, ammettiamolo, il voyeurismo verso i ricchi e famosi ce lo abbiamo un po’ tutti. Basta guardare il successo dei reality che girano sempre attorno agli stessi privilegiati: dalle Kardashian alle Real Housewives of Beverly Hills.
“The Club” ha comunque tutto ciò che serve per una serie vincente: una location claustrofobica e affascinante, un cast corale, e la promessa che dietro ogni volto noto si nasconde un lato oscuro. Viene naturale pensare a The Perfect Couple – tratto da un romanzo di Elin Hilderbrand, che adoro – o a Nine Perfect Strangers, e a quel punto la domanda è solo una: in che ruolo vedremo Nicole Kidman stavolta?
➤ In un esclusivo club per VIP su un’isola privata, un weekend da sogno si trasforma in incubo quando emergono rivalità, bugie e un possibile omicidio.
La prima bugia vince – Ashley Elston
Titolo originale: First Lie Wins
Evie Porter non esiste. O meglio, esiste per finta. Si è infiltrata nella vita di un uomo, come ha già fatto altre volte, ma stavolta qualcosa non torna. C’è un dettaglio che sfugge, un’ombra che la segue. Forse per la prima volta, Evie non sa più se sta manipolando o se è lei la pedina.
Con uno stile rapido, incalzante, pieno di twist, questo romanzo ha tutte le carte in regola per diventare una serie TV ad alto tasso di tensione. Intrigo, bugie, identità instabili, una protagonista difficile da decifrare e perfetta per un ruolo da anti-eroina. La narrazione è fluida, ogni capitolo si chiude con un uncino e la storia tiene il ritmo fino alla fine.
➤ Una donna sotto copertura vive una vita costruita ad arte finché il confine tra verità e finzione inizia a sfuggirle di mano.
Only If You’re Lucky – Stacy Willingham
Non ancora disponibile in Italiano.
Quattro coinquiline al college. Un’amica che scompare. Una protagonista che non ricorda esattamente come sono andate le cose. Da qui parte un racconto pieno di silenzi, non detti e verità che fanno più male delle bugie.
L’atmosfera è cupa, quasi vischiosa, con personaggi che sembrano vivere ai margini del reale. C’è qualcosa che ti spinge a continuare a leggere anche quando non stai capendo bene dove stai andando. Perfetto per chi ama serie come Sharp Objects, dove il crimine è solo un pretesto per raccontare la fragilità.
➤ Una ragazza scompare dal campus universitario e la sua coinquilina si trova coinvolta in una spirale di sospetti, ricordi confusi e segreti sepolti.
Un amore per finta – Emily Henry
Titolo originale: Funny Story
Chi mi conosce lo sa: ho un debole per Emily Henry. Ogni volta che esce un suo romanzo, so già che finirò per leggerlo in pochi giorni e sentirmi un po’ vuota alla fine. E ovviamente non vedo l’ora che arrivi Great Big Beautiful Life.
In Funny Story, Emily Henry fa quello che le riesce meglio: prende una situazione già vista (due ex di una coppia che si ritrovano coinquilini) e la trasforma in qualcosa di sincero, profondo, ma anche incredibilmente leggero da leggere. I dialoghi sono brillanti, i momenti di tenerezza mai sdolcinati, e i personaggi… beh, sono vivi. Non perfetti, non sempre simpatici, ma autentici. Sarebbe una serie perfetta da vedere d’estate, quando hai voglia di romanticismo ma non di banalità.
➤ Due perfetti sconosciuti – i cui ex si sono messi insieme – si ritrovano a condividere casa e a ricostruire la propria vita, tra imbarazzi, gelati notturni e qualcosa che somiglia molto a un nuovo inizio.
Tutto è meraviglia – Ann Napolitano
Titolo originale: Hello Beautiful
Un romanzo che comincia con una perdita e attraversa decenni di legami familiari, traumi silenziosi e amori che resistono o si spezzano. Al centro, quattro sorelle unite da un legame viscerale, ma profondamente diverse nel modo di amare, di proteggersi, di farsi male. E un fratello adottivo che entra in quel mondo con la delicatezza di chi sente di non appartenere davvero a nulla.
Ann Napolitano racconta il dolore senza retorica, e l’amore con una tenerezza che non scade mai nel melenso. Ma è anche un romanzo che parla, in filigrana, di salute mentale, di lutto, di suicidio. Temi che vanno letti con attenzione, perché arrivano senza preavviso e colpiscono forte. Una serie TV tratta da questo libro dovrebbe sapere reggere l’equilibrio tra malinconia e luminosità, come ha fatto This Is Us, senza scivolare nel sentimentalismo facile.
Quattro sorelle legatissime, un fratello adottivo segnato dal dolore, e una serie di eventi che metteranno alla prova la loro unità, fino a ridefinire cosa significa davvero essere famiglia.
Tom Lake – Ann Patchett
Titolo originale: Tom Lake
Certe storie non si raccontano mai nello stesso modo due volte. In Tom Lake, Ann Patchett mette in scena un’estate lenta e piena di memoria: una donna, tre figlie, una casa di campagna e un passato che riaffiora mentre il mondo fuori è fermo. Più che il racconto di un amore, è la storia di come scegliamo cosa lasciare fuori dal racconto.
È un romanzo contemplativo, quasi teatrale nella messa in scena e nella cura dei dialoghi. Ma è anche un romanzo sull’amore in tutte le sue forme: romantico, familiare, idealizzato. Una serie tratta da Tom Lake avrebbe il passo delle produzioni eleganti, intime, fatte di sguardi e silenzi. Non per tutti, ma per chi ama storie che si muovono piano e lasciano qualcosa. A patto che venga fatta con cura, evitando quell’effetto zuccherino e troppo politically correct che ha rovinato tante produzioni recenti: storie costruite per piacere a tutti, ma che poi non brillano davvero per nessuno.
➤ Durante un’estate segnata dalla pandemia, una madre racconta alle sue figlie la stagione della sua giovinezza, quando faceva teatro e amava un uomo destinato a diventare famoso.
The Blonde Identity – Ally Carter
Non ancora disponibile in Italiano.
Svegliarsi nel mezzo di una strada parigina senza sapere chi sei, con gente armata che ti insegue e un tizio muscoloso che sostiene di essere tuo alleato: non è proprio il miglior inizio di giornata. The Blonde Identity parte da qui, e costruisce attorno a questa premessa una spy comedy decisamente surreale, dove tutto accade troppo in fretta per essere realistico – ma proprio per questo potrebbe diventare una serie TV irresistibile.
Il tono è da action comedy spinta, con continui scambi di battute, situazioni assurde, identità confuse e molta più corsa che introspezione. Sarebbe perfetta in stile Chuck o The Recruit, dove il divertimento sta anche nel fatto che nessuno sembra davvero sapere cosa sta succedendo, nemmeno chi dovrebbe avere il controllo. L’importante, in una possibile serie, sarebbe saper giocare fino in fondo con l’assurdo, senza fingere di essere una storia seria.
➤ Una donna si risveglia senza memoria e scopre di essere nel mirino di agenti internazionali: l’unico che sembra volerla aiutare è un uomo che sostiene di essere suo fratello. O forse no.
Carrie Soto Is Back – Taylor Jenkins Reid
Titolo originale: Carrie Soto is back
Carrie Soto è la tennista più forte del mondo. Ma anche la più odiata. Quando decide di tornare in campo dopo anni di ritiro, nessuno crede che ce la farà. E forse nemmeno lei. Ma Carrie non è mai stata una che si ferma davanti ai pronostici.
In un momento in cui il tennis è tornato prepotentemente di moda – basta guardare a Jannik Sinner o al fenomeno Challengers – una serie su Carrie Soto sarebbe perfetta. Non solo per le partite, ma per il personaggio: ruvida, testarda, senza filtri. Taylor Jenkins Reid è una delle mie autrici viventi preferite e, se potessi, vorrei una serie per ogni suo libro (ho adorato Daisy Jones & The Six). E con Carrie è riuscita in un’impresa notevole: farmi tifare con lo stesso trasporto che avevo per Mila e Shiro nei pomeriggi degli anni ’90.
Immaginatela con una colonna sonora che spazia dalla fine degli anni ’80 ai ’90, tra neon, slow motion e replay in VHS. Potrebbe diventare una serie potentissima, se ben scritta e ben diretta. E Carrie, con quella corazza che nasconde più fragilità di quanto ammetta, è già pronta per lo schermo.
➤ La più grande tennista della storia torna a giocare per riprendersi il record. Ma dovrà affrontare se stessa, prima ancora che le sue avversarie.
Pineapple Street – Jenny Jackson
Titolo originale: Pineapple Street
Una famiglia dell’alta borghesia di Brooklyn Heights, tre fratelli adulti alle prese con il senso di colpa del privilegio, aspettative familiari e una città che cambia più in fretta di loro. Pineapple Street è una commedia familiare elegante, che sa essere pungente senza mai perdere grazia. Ci sono figli che vorrebbero restituire l’eredità, nuore che si sentono sempre fuori posto, sorelle che giudicano in silenzio e madri che fingono di non vedere: tutto si muove nel non detto, nelle stanze piene di mobili costosi e di tensione trattenuta.
Ha un pochino di Big Little Lies, un po’ di Parenthood, qualcosa di Una mamma per amica e persino qualche sfumatura di Grace e Frankie — ma alla fine non assomiglia davvero a nessuna di queste. È più contenuta, più newyorkese, più sottopelle. Una possibile serie avrebbe bisogno di attori capaci di reggere silenzi più che monologhi, e sceneggiatori bravi a scrivere dialoghi che sembrano chiacchiere da brunch ma fanno male come una stilettata.
➤ Tre fratelli cresciuti tra i privilegi di Brooklyn Heights cercano di dare un senso alla propria vita adulta tra scelte sbagliate, vecchi rancori e nuove verità.